Carla Capponi
nato nel 1918
Roma
5 Racconti
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C’è ancora molto da ricordare
di/da Carla Capponi | caricato 3956 giorni fa
E’ necessario che non si perdano le tracce delle cose accadute nel quartiere. Carla invita i giovani a fare ricerche sul campo. Le persone che sono state fucilate saranno andate a scuola, qualcuno forse avrà conservato un quaderno, un ricordo. Sono accadute tante cose terribili. A Marzabotto, per esempio, sono state uccise 1800 persone fra cui donne e bambini, trecento bambini al di sotto dei dieci anni, A Roma c’era la banda Koch che sembrerebbe un nome tedesco e invece era un italiano, poliziotto, specializzato in torture e delazioni ai nazisti. Si parla di pacificazione ma Carla dice che è stata già fatta con l’amnistia firmata da Togliatti dopo la guerra.
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Conoscere il passato per capire il presente
di/da Carla Capponi | caricato 3956 giorni fa
Nessuno ricorda o forse sa che nella battaglia di San Paolo sono morte 450 militari italiani e 156 civili di cui 27 donne. Nessuno forse considera che la prima guerra mondiale era costata 10 milioni di morti, la seconda guerra mondiale ha contato 60 milioni di morti, come tutti gli abitanti del nostro paese. Questa è stata la tragedia in cui il paese è stato trascinato, benché non all’altezza, da Mussolini e dalla sua mania di grandezza imperiale. Pochissimi sanno che anche tra i tedeschi ci sono state persone finite nei campi di concentramento e non erano sono gli ebrei tedeschi ma anche gli oppositori al regime.
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Le motivazioni della lotta partigiana
di/da Carla Capponi | caricato 3956 giorni fa
Non c’era nei partigiani nessun interesse di tipo personale o materiale. La gente semplicemente non ne poteva più, c’era la necessità di riscattare l’Italia da tutte le cose riprovevoli che avevano macchiato la nostra dignità come la guerra di Spagna. Per un po’ l’idea trionfalistica espansionistica della Germania aveva raccolto consenso ma alla fine ci si era accorti dell’assurdità di tutti gli slogan e della assoluta inadeguatezza del nostro esercito trascinato in una assurda avventure. Per questo alla resistenza aderirono tanti cittadini ma anche tanti militari. Non se ne poteva più della guerra tant’è vero che dopo il bombardamento di San Lorenzo la gente radunata intorno al papa gridava pace.
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La Resistenza a Tor Pignattara
di/da Carla Capponi | caricato 3956 giorni fa
A Tor Pignattara c’era Nino Franchillucci che insieme agli altri partigiani aveva individuato un grande collaborazionista dei nazisti, certo Stampacchia, comandante del gruppo di polizia locale che aveva denunciato e fatto arrestare molti partigiani. Fu condannato a morte, i partigiani cercarono di prenderlo mentre circolava in macchina ma, fallito il tentativo si organizzarono meglio e alla fine la sentenza fu eseguita.
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La Resistenza a Centocelle
di/da Carla Capponi | caricato 3956 giorni fa
I ragazzi che oggi abitano a Centocelle o a Tor Pignattara o al Quarticciolo non sanno quasi nulla, pensa Carla, di quello che è successo nei loro quartieri. Solo a Centocelle ci sono lapidi che ricordano almeno 22 persone morte nei combattimenti con i tedeschi durante l’occupazione di Roma. Successe perché dopo lo sbarco di Anzio un gruppo di gappisti di Roma venne mandato a Centocelle per organizzare la resistenza dato che quella parte della città si trovava a ridosso della via Casilina dove passavano i rifornimenti ai tedeschi sul fronte di Cassino. A questi gappisti si unirono i partigiani del quartiere e la prima manifestazione fu un comizio a Piazza dei Mirti tenuto da Rosario Bentivegna che era salito su una cassetta della verdura. E la gente, mentre Rosario diceva che non era più tempo si stare in casata di liberare Roma, si radunò intorno a lui. Cominciò la resistenza romana che era fatta di azioni molto veloci come quelle di bloccare le colonne tedesche, per cui non era facile catturare i partigiani.
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