Filippo Buongarzoni

 
Filippo  Buongarzoni

nato nel 1932
Albano

4 Racconti

3.9 min
Via Monserrato dove Filippo è nato e ha passato la giovinezza, era tutta un’altra cosa; era una strada popolare, piena di negozi artigiani. Il fratello più grande era partito prima per l’africa e poi per la guerra. Erano sei fratelli maschi e la madre passava le giornate nell’ansia per i figli più grandi.
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5.1 min
Sotto casa di Filippo c’era un negozio di ebrei. Nel ’43, dopo le leggi razziali, i fascisti rastrellarono il negozio e allora la madre di Filippo cominciò a dare ospitalità agli ebrei. Sono arrivati ad avere fino a 16 ebrei nascosti in casa che quando arrivavano i fascisti potevano scappare per i tetti e da via Monserrato arrivava a Via Giulia. Molti si sono salvati perché ricoverati al Policlinico sotto nomi cattolici. Alla fine della guerra, il proprietario del terrazzetto attraverso cui scappavano gli ebrei, chiese alla madre di Filippo la forma su un documento che attestava che anche lui aveva aiutato: gli serviva per rifarsi una verginità, lui era uno della polizia fascista che piombava i treni alla stazione Tiburtna. La madre non ha mai firmato.
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6.1 min
Filippo era a San Lorenzo subito dopo il bombardamento per sapere notizie dei parenti che fortunatamente si erano salvati perché erano scappati a Pomezia. E’ stato fra i primi ad entrare alla Fosse Ardeatine con degli amici ebrei che cercavano i parenti; ricorda mucchi informi di corpi e mucchi di documenti. All’epoca si mangiava quello che capitava; si ricorda le pere in umido. Filippo andava a scuola a via ei Giubbonari, la mattina vedeva persone che andavano per strada rasenti ai muri, tenendosi i pantaloni sporchi, vergognandosi: erano antifascisti che venivano portati a Palazzo Braschi dove venivano picchiati e purgati con l’olio di ricino.
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3.3 min
Aveva molti amici, qualcuno ancora lo sente. A sedici anni qualcuno si era arruolato nella Banda Pollastrini, un manipolo fascista che aveva sede a Palazzo Braschi. Ricorda la “Pantera Nera”, una giovane che era diventata l’amante di un fascista e che al cinema, durante rastrellamenti, lei indicava quelli da portare via. Ricorda l’assalto ad una casa del Fascio dove c’era tanta roba da mangiare.
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