Vigoni Gianna
nato nel 1928
Roma
3 Racconti
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Il matrimonio
di/da Vigoni Gianna | caricato 4830 giorni fa
Il carattere del padre si è espresso al massimo grado nella questione del matrimonio di Gianna. Il padre l’aveva fidanzata con un medico di 12 anni più vecchio, bravissimo giovane ma di cui lei non era minimamente innamorata. Finchè un giorno, inevitabilmente, Gianna ha incontrato un altro giovane. Per un certo periodo, lei ride, ha avuto due fidanzati, poi le cose si sono regolarizzate ma il padre, saputo che lasciava un medico per sposare un ragioniere, benché già dirigente ministeriale, le ha fatto trovare le valige in corridoio. C’è voluta tutta la pazienza della madre e della nonna per fargli cambiare idea e accettare il ragioniere che lui ha sempre chiamato contadino. Ha tentato perfino di sabotare il matrimonio ritardando il lavoro del sarto per il vestito con cui doveva accompagnare la figlia all’altare. E Gianna, d’accordo col sarto,fece arrivare il vestito con le maniche ancora solo imbastite.
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In giro per l’Italia
di/da Vigoni Gianna | caricato 4830 giorni fa
A Napoli Gianna ha fatto le magistrali e di quel periodo ricorda il giorno in cui, sulla funicolare, si era messa declamare una lirica sulla scorreggia senza accorgersi che il preside della scuola era nella stessa vettura; le conseguenze furono prevedibili, prevedibile l’ira del padre militare. Gianna col padre non ha mai avuto un rapporto idilliaco e forse neanche con la madre tanto che riconosce di aver voluto più bene ai nonno che ai genitori, soprattutto alla nonna materna che aveva seguito la figlia a Napoli separandosi di fatto dal marito rimasto a Ferrara.
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Il fascismo e la guerra
di/da Vigoni Gianna | caricato 4830 giorni fa
Il padre di Gianna era militare di carriera in marina, motivo per cui la famiglia lo seguiva a seconda delle destinazioni. Durante la guerra da Napoli sono venuti a Roma dove Gianna ha vissuto in prima persona il bombardamento di San Lorenzo perché quella mattina era a casa di una amica; Gianna a proposito di quella mattina, racconta che Roma non era assolutamente preparata, che non esistevano rifugi e che la gente si è riversata per le strade, anche lei e la sua amica. Dopo il bombardamento il comando ritenne opportuno trasferire il padre a Belluno prima e a Vicenza poi, dove sono rimasti fino a guerra finita. Nel 1949 sono tornati a Roma dove hanno trovato la casa saccheggiata: credendo nella guerra lampo, erano partiti per il nord lasciando tutto.
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