Palomba Clara
nato nel 1933
Roma
4 Racconti
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Il matrimonio
di/da Palomba Clara | caricato 4869 giorni fa
Clara aveva appena sedici anni quando ha conosciuto il marito, che di anni già ne aveva trenta. Clara dice che un uomo già grande, dopo tante incertezza, le dava molta sicurezza. Lui lavorava in polizia. Si sono sposati dopo un anno. Sono nati due figli. Lui ha lasciato la polizia per andare ad insegnare, hanno comprato una casetta a Tor Pignattara e poi la vita ha seguito il suo corso.
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Il ritorno a Roma
di/da Palomba Clara | caricato 4869 giorni fa
A Roma cominciarono tempi duri: il padre si vide costretto a lasciare il lavoro al Mattatoio e Clara che aveva 11 anni dovette abbandonare la scuola e andare a lavorare in uno scatolificio. L’avevano scelta anche in una compagnia teatrale ma il padre non diede il permesso. Clara più che al successo pensava alla famiglia: in teatro le avrebbero dato 1200 lire a settimana mentre allo scatolificio ne rendeva 200.
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In Abruzzo
di/da Palomba Clara | caricato 4869 giorni fa
Era ancora l’estate del 1943 quando un amico propose alla famiglia di andare in Abruzzo dove la situazione sembrava più tranquilla che a Roma. L’8 settembre Clara era lì e c’erano anche i tedeschi. Clara non li ricorda cattivi, a chi chiacchierava con loro facevano vedere le foto dei genitori o dei figli dicendo che avevano anche loro famiglia e che dovevano obbedire agli ordini. Quando il fronte si è spostato, fecero evacuare il paese e Clara con la famiglia, su un treno, andò prima a Chieti e poi riuscì a tornare a Roma.
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La guerra
di/da Palomba Clara | caricato 4869 giorni fa
A differenza di moltissime altre famiglie romane, quella di Clara negli anni della guerra godeva di un certo benessere perché il padre lavorava come dirigente al mattatoio di Testaccio. E a Testaccio Clara abitava, con i nonni paterni, a Testaccio dalle suore andava a scuola. Dopo la caduta del fascismo il padre cominciò ad avere problemi; e quando si cominciò a sospettare che Roma nonostante tutto poteva essere bombardata, il padre mandò la moglie e le bambine a casa degli altri nonni che abitavano vicino al Vaticano. Nel frattempo a Roma il padre, preso di mira dai partigiani, si ritrovò con la casa di Testaccio devastata per rappresaglia.
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