Alla fine della guerra Arturo si è arruolato nei carabinieri per trovare una condizione di vita più accettabile. E si è ritrovato a Roma alla scuola per allievi. E ha cominciato a mangiare come non aveva mai fatto in vita sua. Ha fatto il carabiniere per sei anni nel gruppo sportivo anche perché in quei gruppi il vitto era migliore.

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La vita da ragazzo non era stata facile perché la famiglia era molto numerosa, otto figli. Scoppiata la guerra, Catania cominciò ad essere bombardata. Arturo ricorda di una mattina che si era allontanato mentre tutti i suoi compagni di scuola erano scesi nel rifugio della scuola: fu la sua fortuna perché il palazzo fu centrato da una bomba e i ragazzi morirono tutti. Poco tempo dopo, la famiglia andò sfollata in un paesino, era andata ad abitare in un tunnel della ferrovia. Tornati a Catania dopo lo sbarco degli americani, avevano trovato la casa distrutta.

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