Lavorando nel settore dell'energia elettrica, il lavoro del signor Giovanni era sempre ben pagato e sicuro, ma i pericoli erano presenti. I suoi nemici erano la neve, il freddo e il vento. Ci ha raccontato come una volta, mentre cercava di assicurare che il teleferico non sbattesse contro il cavaletto durante le giornate ventose, si dovette buttare nel fiume che scorreva sotto il teleferico. Parla anche del passaggio da Società Edison Volta a Enel e della situazione interessante che si è crata nell'officina in cui lavorava.

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Ricordando la sua infanzia e i tempi in cui la luce era poca e debole, il signor Giovanni ci ha letto una sua poesia scritta riflettendo sulla sua Valle Camonica, oggi ben illuminata e differente da una volta.

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A causa di un tragico avvenimento, la morte di suo fratello, al signor Giovanni fu offerto il posto di lavoro alla Società Edison Volta. All'inizio lavorò come aiutante in officina e poi passò alla manutenzione. All'epoca solo il direttore aveva la macchina e la società in zona aveva un camion. Per spostarsi si andava e si spostava il materiale a piedi, in bicicletta, in funicolare o in teleferica. Il signor Givanni racconta come si svolgeva il suo lavoro.

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Anni dopo il pensionamento da Enel, il signor Giovanni è ancora affascinato dall'energia elettrica. A casa sua ha un vero e proprio museo con le fotografie delle centrali come erano una volta e gli strumenti che si usavano.

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