- raccontato da Max Giacomini | 1922
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Provincia di Roma - Per la memoria | 26/08/2011
Il vitto: la mattina c’era un the fatto con acqua calda e foglie di tiglio; nel pomeriggio il pranzo erano tre fette di rape, 150 gr di pane nero, 20 gr di margarina e 20 gr di marmellata. La domenica c’era il grande pasto: la minestra con fiocchi d’avena, patate e qualche pezzetto di carne. I letti erano a castello e in ogni letto c’erano tre persone. La baracca era di legno ed era piena di cimici: le chiamavano paracadutisti perché ogni tanto cadevano dall’alto. I pacchi arrivavano con difficoltà. L’abbigliamento era quello che avevano addosso il giorno del trasferimento al campo, le scarpe non c’erano più. L’igiene consisteva in una sciacquata con l’acqua per cui si faceva la fila.
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