Il padre di Gina, che era nato nel 1892, aveva fatto la guerra del 15-18, in trincea sul Piave ed era tornato mutilato. Quello che sarebbe diventato il marito di Gina, era partito a diciannove anni, era stato fatto prigioniero a Tobruk ed è tornato dopo sei anni. Nel campo di prigionia inglese, gli fu chiesto, come agli altri, se volevano collaborare lavorando anziché stare nel recinto di reclusione e lui, che ha accettato, fu mandato a recuperare le salme dei caduti. Un giorno aveva fatto una gran fatica a tirare fuori un corpo quando si è accorto che era un fascista e allora, dicendo maledetto fascista, lo ha lasciato dove si trovava.
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